Quarth: Deep Impact non è mai stato così spigoloso
Ogni tanto rifletto sul fatto che, in qualità di appassionati di retrogaming, siamo in un certo senso privilegiati. Ebbene sì, il nostro hobby ci dà la possibilità di giocare ad un numero praticamente illimitato di giochi. Dovrebbe essere del tutto impossibile annoiarci! Eppure, più di una volta ci è capitato di rimanere imbambolati davanti allo schermo, fissando inerti l’enorme lista di ROM (tutte ottenute legalmente, s’intende!). Allora ci si accorge che dietro il nostro immenso potere si nasconde una tragica maledizione, una beffarda ironia.
È in situazioni del genere che il retrogamer medio si ritrova costretto a tuffarsi nel vuoto, a selezionare un titolo a caso, nella speranza che sia in grado di fargli trascorrere il pomeriggio senza pensare ai problemi della vita quotidiana. Con questo articolo voglio inaugurare una sezione incentrata su questo tema, in cui vi proporrò una mini-recensione di un gioco a caso. Non si tratterà necessariamente di un gioco con cui ho legami affettivi, probabilmente non sarà neanche un gioco che ritengo eccellente. Sicuramente parlerò di giochi che, per un motivo o per l’altro, hanno qualcosa di interessante da raccontare.
Per inaugurare questa nuova sezione, ho deciso di parlarvi di Quarth, un insolito puzzle sviluppato nel 1989 da Konami. Un titolo sicuramente sconosciuto ai più, ma che mi ha attratto abbastanza da convincermi a parlarvene. La premessa del gioco si può sintetizzare in una singola frase: “è Tetris, mescolato con uno shoot’em up a scorrimento verticale“. Tutto qui, sul serio: siete in una navicella, e dovete sparare blocchi ad altri blocchi.
Quarth ha debuttato nelle sale giochi sotto questo nome nel mercato giapponese. Per il mercato occidentale è stato leggermente ridisegnato, ed ha preso il nome di Block Hole. Al di là del titolo, sono state cambiate parte della musica e della grafica. La schermata del titolo della versione JP mostra una squisita scenetta in stile steampunk, mentre quella occidentale la sostituisce con una più seriosa schermata statica, con tanto di classicissima astronave. È stato poi portato su varie piattaforme casalinghe. Per questo articolo farò riferimento alla versione per Famicom, che è quella su cui ho scoperto questo gioco.
Il gioco ha addirittura una trama: nel lontano 199X, il delicato equilibrio dell’Universo si è infranto, creando un cataclisma dal nome Block Hole (l’avete capita?): un’esplosione cosmica da cui sono stati scaraventati milioni di blocchi vagabondi. Nulla sembra fermare la loro distruttiva avanzata. Ancora peggio, i malefici blocchi sono in rotta di collisione con la Terra! È compito vostro quello di porre fine all’insolita minaccia, al volante della vostra navicella. Come fare? Se siete stati attenti durante le lezioni di fisica astronomica a scuola, saprete già che l’unico modo per farlo è di sparare blocchetti in modo da trasformarli in rettangoli. Ogni blocchetto sparato si fonderà ad uno dei blocchi in arrivo. Una volta trasformato in rettangolo, il blocco verrà eliminato, arrestando temporaneamente l’avanzata. Fate in fretta però: se i blocchi raggiungono la linea tratteggiata, la vostra navicella va in frantumi, e con essa ogni speranza di salvezza per il pianeta. Per fortuna, avete a disposizione qualche vita extra.
Come ogni puzzle game che si rispetti, Quarth permette al giocatore di effettuare combo, più rischiose ma anche più appaganti. Anzichè riempire un singolo blocco, potete infatti racchiudere più blocchi in un perimetro rettangolare. Tutti i blocchi all’interno del perimetro verranno eliminati insieme. Fate molta attenzione all’ordine con cui riempite i blocchi! Se sbagliate, e riempite un blocco prima di completare il perimetro, questo verrà eliminato, lasciando intatti quelli vicini. Questo vi costringerà a perdere molto più tempo per riempirli un blocchetto alla volta.
Fare combo mirabolanti non solo vi garantirà ingenti bonus nei punteggi, ma vi darà anche maggior tempo per calcolare le prossime mosse. Approfittate dei primi livelli per imparare questo meccanismo, perché presto la marcia dei blocchi si farà sempre più veloce, e il campo di gioco si allargherà, lasciandovi sempre meno tempo per fare mosse ragionate. Nei livelli più avanzati vi ritroverete a muovervi incessantemente a destra e a sinistra, sparando con precisione chirurgica. Ogni blocco mal piazzato vi avvicinerà inesorabilmente all’annichilimento dell’intero pianeta. Non tutto è perduto però: nel corso della partita troverete anche dei blocchi speciali, caratterizzati da un colore diverso. Sul vostro cursore apparirà una lettera, che indica il power-up ottenuto eliminando quel blocco: “B” vi dà punti bonus, “C” raddoppia i punti, “S” ferma per un po’ di tempo la discesa, ed “E” elimina tutti i blocchi sullo schermo. Quest’ultimò sarà la vostra salvezza nei livelli più avanzati.
Il comparto musicale è di tutto rispetto: tre sono i temi che si susseguono per ogni livello. Non tantissimi, lo so, ma vi assicuro che sono tutti e tre molto accattivanti. La musica è opera di Norio Hanzawa, che soltanto qualche anno dopo si unirà ad altri ex-dipendenti Konami per fondare Treasure (vi anticipo che il suo nome tornerà a fare capolino in articoli futuri).
Nel complesso, trovo che Quarth sia un gioco abbastanza piacevole. Non è certamente il più intellettuale dei puzzle, ma sa mettere a dura prova la vostra destrezza col joypad, la coordinazione motoria, e la concentrazione. La curva di apprendimento è ben bilanciata, e il gioco vi lascerà imparare con calma le mosse basiche. Pian piano però scopre la sua vera natura, e inizierà a scagliare blocchi senza pietà nella vostra direzione. Un punto a suo sfavore è sicuramente la ripetitività: non c’è grandissima varietà nelle forme dei blocchi che potete eliminare, ed il numero di combo che potete effettuare è un po’ limitato. Ma se vi piacciono i puzzle e gli shooter, dategli una seconda chance: potrebbe essere ancora in grado di tenervi impegnati per qualche oretta.
Concludo questo articolo deliziandovi con un brano tratto dalla colonna sonora della versione arcade.
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